Le Benzine bio potranno salvare la vecchia auto con dei costi. La possibilità per il motore endotermico di sopravvivere in Europa oltre il 2035 è legata a carburanti bio e sintetici.
Non solo auto elettriche: per loro il consiglio Ambiente Ue ha aperto uno spiraglio lo scorso giugno. A settembre, a dire l’ultima parola, sarà il cosiddetto «trilogo» facendo sintesi tra le posizioni di Parlamento, Commissione e consiglio Ue.
Intanto a marzo il decreto Energia ha previsto che dal 2023 sia ammesso al consumo il biocarburante in purezza, come in alcuni Paesi del Nord Europa.
Ma cosa sono i biocarburanti? I biofuel si dividono in due categorie: convenzionali, cioè ottenuti da materie prime per alimentazione umana e animale (grano, mais, soia, girasole) e in grado di risparmiare il 60% di CO2; e avanzati, ovvero ricavati da olii di frittura, grassi animali o rifiuti, capaci di risparmiare fino al 90% di CO2.
Infine ci sono i carburanti sintetici: gli e-fuel prodotti da ricombinazione tra idrogeno e anidride carbonica; e i recycled carbon fuel, che prendono idrogeno e carbonio da rifiuti come la plastica. Eni sta mettendo a punto la più avanzata di queste tecnologie: l’Hvo o olio vegetale idrotrattato o diesel paraffinico, ottenuto da olio di semi convenzionale o anche da rifiuti tramite impianti di idrogenazione: altamente pregiato, può essere usato in purezza.
L’Italia è tra i primi consumatori di biocarburanti in Europa: nel 2021 1,5 milioni di tonnellate. Ma solo il 42% dei biofuel è stato prodotto nella Penisola. Inoltre solo il 12% dei biocarburanti prodotti in Italia è frutto di materie prime nazionali. I principali Paesi fornitori sono Cina (21%) e Indonesia (17%). «Abbiamo un’esperienza da oltre 50 anni in Paesi africani, a partire dall’Angola ma non solo, dove valorizziamo terreni degradati per produrre materie prime per i biocarburanti — racconta Ricci di Eni —. Esiste un sistema di certificazione internazionale che assicura la filiera».
«Alla fine l’import è quasi del 100%», osserva Franco Del Manso che si occupa dei rapporti internazionali, ambientali e tecnici per Unem, unione delle aziende della raffinazione e distribuzione di prodotti petroliferi e low carbon. Oggi un litro di biofuel può arrivare a superare i 2,5 euro al litro. Una maggiore penetrazione si potrebbe ottenere solo con misure di defiscalizzazione, peraltro previste dal Fit for 55 (direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici) i cui effetti, però, si manifesteranno tra 7-8 anni.Secondo Fuels Europe, associazione europea dell’industria della raffinazione, investendo 30-40 miliardi di euro da qui al 2050 la neutralità carbonica potrebbe essere raggiunta anche con biocarburanti e e-fuels.
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